Riflessioni e considerazioni sulla “natura”

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La natura

… è ancora una realtà molto misteriosa

 

Sulla consistenza della “natura”, intesa come “l’insieme di tutto ciò che attraverso l’osservazione e l’esperimento può diventare oggetto di scienza” (E. Kant), è in corso una vivace discussione sia scientifica che epistemologica, nella quale si confrontano varie correnti di pensiero, che si rifanno di volta in volta al misticismo orientale, alla fisica classica, alla fisica atomica di stampo relativistico, al pensiero sistemico, alla teoria del caos deterministico e al comune sentire.

E tutto ciò perché nel Novecento l’esplorazione del mondo atomico e di quello subatomico ha rivelato un inaspettato limite delle concezioni e ha reso necessario un ripensamento radicale di molti concetti fondamentali.

Per esempio, il concetto di materia è ora completamente diverso dall’idea di sostanza materiale della fisica classica.

La stessa cosa vale per i concetti quali il tempo e lo spazio, causa ed effetto.

Per non dire della visione sistemica e della teoria della complessità che oggi stanno minando alla base il concetto, fin qui sostenuto, di organismo come somma lineare di parti da studiare in modo analitico, poiché sostituiscono al concetto di macchina il concetto di rete, al concetto di evoluzione il concetto di co-evoluzione, al concetto di lotta il concetto di interazione.

Aprendo, forse inaspettatamente, a una visione del mondo che è molto simile a quella dei mistici di tutti i tempi e di tutte le tradizioni, in particolare a quella dei filosofi greci che si rifanno alla scuola di Mileto e a quella dei pensatori orientali che si rifanno all’Induismo, al Buddhismo e al Taoismo.

 

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Il pensiero mistico

 

I mistici orientali ritengono che tutti gli oggetti e tutti gli eventi percepiti dai sensi siano interconnessi e collegati fra di loro essendo, di fatto, solo differenti manifestazioni della realtà ultima, unica ed essenziale delle cose. Contrapponendosi in modo radicale alla visione del mondo occidentale che essi definiscono addirittura “ignoranza”, una sorta di turbamento mentale che deve essere superato poichè propende a dividere l’intero in parti singole e distinte, a discriminare, a confrontare, ad analizzare, a classificare e a quantificare, fino a considerare l’uomo stesso un’unità separata.

Infatti essi dicono: ”Quando la mente è turbata si produce il molteplice, ma il molteplice scompare quando la mente si acquieta”.

Proprio come direbbe un fisico del XXI secolo che sempre più considera il mondo – diversamente da quanto ha sostenuto e sostiene il pensiero della fisica classica – come un insieme di componenti inseparabili, interagenti e in moto continuo, con l’uomo “osservatore” quale parte integrante di questa realtà.

 

Prof. Renato Scandroglio

 

 

seguirà: Il pensiero della fisica classica