ciò di cui siamo fatti

Per descrivere “ciò di cui è fatto l’essere umano”, l’Autore sposa, facendosene interprete, il convincimento espresso dalla scienza della complessità per la quale la materia è, sostanzialmente, una realtà di relazioni che configurano una rete a invarianza di scala, in un contesto di squilibrio controllato, ai margini del caos, nel quale si intrecciano meccanica classica, meccanica sistemica e meccanica quantistica.

Lo fa con un percorso che – senza trascurare l’ambito culturale di stampo riduzionista della biologia classica e la natura chimica delle parti – pone l’accento proprio sul mondo olistico che nasce dalle relazioni che le parti dei viventi intrattengono, auto-organizzandosi e riorganizzandosi continuamente in sistemi ora virtuali, ora caratterizzati anche in termini morfologici, sostenute in ciò dalla sovrapposizione di stati che si manifesta nella loro rete di nicchie quantistiche.